Senza tetto, clochard, "barboni", falciati dal gelo. Ma di loro si parla solo quando muoiono per il freddo

di redazione 09/01/2017 CULTURA E SOCIETÀ
img

Adesso diamo il tè caldo e le coperte e si fa tutto quello che è possibile per aiutare chi è in strada. Ma non si può aspettare il freddo per intervenire”. A parlare è Cristina Avonto, presidente della Fio.psd, la Federazione italiana che riunisce gli organismi che si occupano di persone senza dimora.

Dichiarazioni riportate da Redattore Sociale, in questi giorni di grande freddo in cui sono almeno 8 le persone morte per le basse temperature, 6 di loro erano in strada.

A fronte di una situazione climatica come quella attuale era più che prevedibile che succedessero queste cose, soprattutto se ci si occupa di questi temi solo quando c’è l’emergenza – continua Avonto –. Purtroppo delle persone senza dimora si parla solo quando muoiono per il freddo, ma se si lavorasse in una logica di programmazione, durante tutto l’anno, quando arriva l’inverno non saremmo in questa situazione”.

Delle 6 persone morte in strada, 4 erano in Campania, Puglia e Sicilia, le altre 2 a Firenze e Milano. Tre di loro erano di origine straniera.

E se pure in ogni città sono attivi piani di assistenza in casi di freddo, come questi, per la Fiopsd "Servono servizi promozionali all’aggancio della persona in strada e all’uscita dalla condizione di senza dimora, servizi che siano realmente di tutela e di ‘tregua’ rispetto alla strada, cosa che a volte i dormitori non sono

 La Fiopsd ha scelto di puntare sull’housing first,un obiettivo alto ma vanno bene anche le situazioni intermedie, l’abitare sociale o altre forme che restituiscano la dignità e l’umanità alle persone”.

 


Tags:




Ti potrebbero interessare

Speciali